La cartella esattoriale: l’incubo di ogni contribuente

La cartella “esattoriale” o “di pagamento” è l’atto ufficiale con cui l’Agenzia delle Entrate – Riscossione richiede il versamento di imposte, tributi o contributi non pagati ai vari enti impositori (Agenzia delle Entrate, INPS, Comuni, ecc.).

Riceverla può generare ansia e incertezza, ma conoscere i suoi elementi essenziali aiuta a evitare reazioni istintive e affrontare la situazione con lucidità.

Modalità di notifica

La cartella può essere notificata:

  • tramite posta elettronica certificata (PEC);
  • di persona, da ufficiali della riscossione o da messi notificatori autorizzati;
  • via raccomandata A/R.

È importante sapere che ignorare la raccomandata o rifiutarne il ritiro non impedisce che la notifica sia valida: la compiuta giacenza e la pubblicazione presso la casa comunale rendono comunque efficace la notifica. Meglio riceverla e analizzarla con attenzione per evitare l’avvio di azioni esecutive.

Cosa contiene una cartella esattoriale?

La lettura attenta del documento permette di raccogliere informazioni fondamentali:

  • numero identificativo della cartella;
  • sede provinciale dell’Agenzia Riscossione competente;
  • ente creditore;
  • dati anagrafici del contribuente;
  • importo richiesto e motivazione.

Come reagire alla notifica

Dalla data di notifica, il contribuente ha 60 giorni per:

  • pagare l’importo richiesto;
  • chiedere una rateizzazione:
    • per importi ≤ 120.000 €, è possibile richiedere fino a 84 rate mensili con semplice domanda;
    • fino a 120 rate mensili per chi documenta una situazione di difficoltà economica;
    • per debiti > 120.000 €, la rateizzazione è comunque possibile, ma con obbligo di documentazione.

Attenzione: in caso di mancato pagamento di 8 rate anche non consecutive, si decade dal beneficio della dilazione e il debito diventa immediatamente esigibile per l’intero.

  • proporre ricorso, se si ritiene la richiesta non dovuta, entro 60 giorni, con possibilità anche di sospendere l’esecutività della cartella.

Conseguenze dell’inerzia

In assenza di qualunque azione da parte del contribuente, scaduto il termine dei 60 giorni, l’Agenzia della Riscossione può attivare:

  • Procedure cautelari, come:
    • fermo amministrativo su veicoli (per debiti > 800 €), preceduto da preavviso con 30 giorni per regolarizzare;
    • ipoteca su immobili, per debiti ≥ 20.000 €, anche in questo caso preceduta da preavviso.
  • Procedure esecutive, che comprendono:
    • pignoramento del conto corrente: la banca blocca le somme presenti e successive;
    • pignoramento dello stipendio o pensione, con trattenute dirette calcolate in base all’importo;
    • pignoramento immobiliare, per debiti > 20.000 €, ma con tutela della prima casa se è l’unico immobile, adibito ad abitazione principale e il debito è < 120.000 €

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